Signore & signori (1966)

Film del 1966 diretto da Pietro Germi, vincitore del Grand Prix per il miglior film al XIX Festival di Cannes ex aequo con Un uomo, una donna, Signore & signori non solo è inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare, ma costituisce anche uno degli esiti più alti della commedia all’italiana degli anni Sessanta. La pellicola, insieme a Divorzio all’italiana e Sedotta e abbandonata, fa parte di una trilogia sulla società italiana e i suoi “scandalosi” costumi, almeno per la morale dell’epoca.

Le vicende narrate sono ambientate in una fantasiosa provincia del Veneto che, stando all’insegna del giornale locale, è indicata come Rezega, con tanto di immaginaria targa RZ delle automobili del luogo. La storia qui narrata è imperniata intorno alle vicende di un gruppo di amici, una compagnia di professionisti e commercianti della media-alta borghesia del luogo che, dietro ad un’apparente facciata di bigottismo e perbenismo, cela in realtà una fitta trama di tradimenti reciproci. Il primo “capitolo” di questa narrazione riguarda il dongiovanni del luogo Toni Gasparini (Alberto Lionello) ammirato ma al tempo stesso temuto dagli amici, che confessa al suo amico, il dottor Giacinto Castellan (Gigi Ballista), di essere impotente da diversi mesi. Incurante del segreto professionale, il medico diffonde la notizia nella cerchia degli amici, al fine di spettegolare un po’ sulla situazione del povero Toni. Ma la situazione è destinata a ritorcerglisi contro: dopo una festa, infatti, Castellan permette a Toni di riaccompagnare a casa la moglie Noemi (Beba Loncar) sicuro che non corra rischi di essere sedotta. Quando un amico del dottore gli confida di non credere all’impotenza di Toni, essendo stato pochi giorni prima testimone di una sua avventura galante, Castellan si precipita a casa ma ormai è troppo tardi per evitare di rimanere “becco” e così non gli resta che nascondere quanto avvenuto per evitare che si sappia che è rimasto “cornuto”.

La seconda vicenda riguarda invece il ragioniere Osvaldo Bisigato (Gastone Moschin), modesto impiegato di banca che, afflitto da sua moglie Gilda (Nora Ricci) oppressiva e rancorosa, si illude di poter cominciare una nuova vita fuggendo con Milena Zulian (Virna Lisi), giovane e bella cassiera del bar frequentato dalla comitiva, che pare ricambiare l’interesse. Ma mentre, seppur dietro la solita facciata di perbenismo, la comunità “tollera” il tradimento, lo stesso non può fare con la separazione vero e proprio tabù per la cattolica Italia democristiana del periodo. E così ecco la cittadina coalizzarsi contro di lui, con gli amici, la cugina della moglie, il datore di lavoro, il parroco e persino il comandante dei Carabinieri, che finiscono col costringerlo a tornare sui suoi passi. Al povero Bisigato, dopo aver tentato senza successo il suicidio e un periodo in clinica, non resta che tornare dalla moglie e mantenere un’infelice quanto illusoria parvenza di normalità famigliare.

Il capitolo conclusivo, è “corale”: l’arrivo nella cittadina di Alda Cristofoletto (Patrizia Valturri), giovane e bella ragazza di campagna, non passa inosservato agli occhi della compagnia di amici donnaioli, i quali uno dopo l’altro approfittano della donna. Ma non hanno fatto i conti col padre della sedicenne, Bepi Cristofoletto (Carlo Bagno), che il giorno seguente li denuncia tutti per corruzione di minore. La reazione della comunità è immediata: i “notabili” della cittadina, e le stesse autorità religiose si adoperano per mettere a tacere la stampa locale ed evitare lo scandalo alla cittadinanza. Nel frattempo Ippolita Gasparini (Olga Villi) algida e calcolatrice moglie di Toni, convince l’ingenuo Bepi a ritirare la denuncia offrendogli una cifra in denaro e concedendoglisi e tenendosi, la donna, la cifra che provvederà a donare in beneficenza.

Come accennato, con Signore & signori Germi intende portare sul grande schermo tutta l’ipocrisia che si cela dietro l’apparente perbenismo di una comunità della provincia italiana degli anni Sessanta, evidenziandone quel bigottismo morale che, se da un lato la induce a riempirsi la bocca con parole di buoni intenti, dall’altro non esita a macchiarsi delle più immorali bassezze. Insomma, la comunità dell’immaginaria provincia di Rezega è in fondo un “modello” di ipocrisia morale applicabile al resto della Nazione, da Nord a Sud; è la “cartina tornasole” di una società italica, quella degli anni Sessanta, prevalentemente cattolica e democristiana, imbevuta del più bigotto moralismo di matrice clericale, una società che, tuttavia, come si suol dire “predica bene ma razzola male”, malissimo verrebbe da aggiungere. E i “capitoli” di questo film che uno degli sceneggiatori – Ennio Flaiano –consigliò di pensare come un unico grande “romanzo”, rispecchiano a pieno tutto ciò, evidenziando la volontà della comunità non tanto di impedire le trasgressioni, i tradimenti, quanto piuttosto quella di salvaguardare le apparenze. E la scena conclusiva, con tutta la comitiva di amici, e rispettive mogli, che si ritrova apparentemente felice ai tavolini di un bar – malgrado le vicissitudini passate – pare confermare come l’importante sia esclusivamente quello di salvare le apparenze agli occhi dell’opinione pubblica, di essere moralmente integri solo ed esclusivamente davanti al giudizio della comunità.

Signore & signori, come detto è parte di una trilogia che esplora i costumi della società italiana del periodo, ma allo stesso tempo costituisce anche la terza ed ultima collaborazione tra Germi e lo sceneggiatore Luciano Vincenzoni, che col regista collaborò anche alla realizzazione de Il ferroviere e Sedotta e abbandonata. E a Vincenzoni, quindi, si deve l’idea di fondo che viene sviluppata nella pellicola: egli, infatti, prese numerosi spunti dalle storie personali di cui era stato testimone o aveva sentito parlare nella natia Treviso. La cosa piacque a Germi e così venne trasposta sul grande schermo, anche con l’aiuto di Age & Scarpelli e di Ennio Flaiano, il quale come accennato, consigliò di evitare il classico film ad episodi per strutturarlo – come infatti avvenne – come una sorta di “romanzo” in tre capitoli.

Signore & signori (1966); Regia: Pietro Germi; cast:

  • Virna Lisi

  • Gastone Moschin

  • Alberto Lionello

  • Olga Villi

  • Beba Loncar

  • Franco Fabrizi

  • Nora Ricci

  • Gigi Ballista

  • Quinto Parmeggiani

  • Moira Orfei

  • Aldo Puglisi

  • Alberto Rabagliati

  • Patrizia Valturri

  • Carlo Bagno

  • Virginio Gazzolo

  • Virgilio Scapin

  • Antonio Acqua

Giovanni Fenu