Siamo tutti inquilini (1953)

Film del 1953 diretto da Mario Mattoli, Siamo tutti inquilini può ritenersi la “classica” storia a lieto fine assai frequente nella cinematografia italiana del periodo. Una commedia che ha in sé, per dirla con Morando Morandini, “scampoli di neorealismo, scatti di comicità, bravi caratteristi”. La sceneggiatura poggia essenzialmente su tre figure principali: la giovane protagonista Annamaria Perrini (che ha il volto di Anna Maria Ferrero), il buon portiere dello stabile Augusto (Aldo Fabrizi) e, seppur a modo suo, il suo amico Antonio (Peppino De Filippo) e il perfido antagonista, ovvero l’avido e insensibile amministratore di condominio dottor Talloni (Nino Pavese). A fare da cornice a questi protagonisti principali si staglia una variegata gamma di inquilini, interpretati – per riprendere il Morandini – da bravi caratteristi del cinema del periodo, tra i quali si distinguono Enrico Viarisio, Bice Valori, Alberto Talegalli, Turi Pandolfini, Giusi Raspani Dandolo.

Teatro della vicenda il condominio di un palazzo nel centro di Roma dove vi è l’appartamento che la giovane cameriera Annamaria ha ricevuto in eredità dalla sua defunta padrona e che ben presto le causerà diversi problemi. Il cinico e bramoso dottor Talloni infatti, amministratore del palazzo, intende impossessarsi dell’appartamento della ragazza (dal valore di oltre 3 milioni di Lire) e così, facendo leva sul debito di 415mila Lire per rate condominiali arretrate e non pagate da Annamaria, cerca di portare a compimento il suo losco intento.

Annamaria cerca quanto possibile di far fronte alla situazione: affitta l’appartamento ad un’anziana coppia (per la quale lavora come cameriera) che si mostra comprensiva e cerca di trovare un aiuto in Augusto (Aldo Fabrizi) bonario portiere del palazzo che condivide la guardina col suo amico Antonio (Peppino De Filippo) il quale adora trascorrere lì il suo tempo.

A questo punto Augusto escogita uno stratagemma per convincere gli inquilini a prendere tutti parte alla riunione di condominio convocata da Talloni e che al punto del giorno ha sia il licenziamento del portiere che l’esproprio dell’appartamento di Annamaria. Così, riuniti tutti i condomini, Augusto finisce col trasformare la riunione in una sorta di arringa difensiva nella quale spiega il perfido intento del dottor Talloni e ammonisce i condomini dal compiere, da quel momento, il loro dovere civico di partecipare sempre alle riunioni condominiali.

Il lieto fine è a questo punto dietro l’angolo: grazie anche all’intervento di un condomino, l’avvocato Sassi (Enrico Viarisio) e alla generosità degli altri inquilini, Annamaria riesce a saldare il debito e a poter coronare il suo sogno d’amore con il fidanzato Carlo (Maurizio Arena).

Commedia godibile, grazie anche alla presenza di buoni caratteristi che completano la validità artistica del film, che tuttavia nel complesso ha una struttura “semplice” basata sulla dicotomia buoni/cattivi dove alla fine prevalgono, come da copione, i buoni sentimenti personificati in primis dal bonario portiere Augusto, ottimamente interpretato da Aldo Fabrizi.

Siamo tutti inquilini (1953), Regia: Mario Mattoli, cast:

  • Aldo Fabrizi

  • Peppino De Filippo

  • Anna Maria Ferrero

  • Enrico Viarisio

  • Nino Pavese

  • Alberto Talegalli

  • Bice Valori

  • Maurizio Arena

  • Turi Pandolfini

  • Enzo Petito

  • Giusi Raspano Dandolo

Giovanni Fenu