Arrangiatevi (1959)

Diretto da Mauro Bolognini, incluso nella lista dei 100 film italiani da salvare, Arrangiatevi è un film del 1959 che vede nel cast la presenza, tra gli altri, di Totò, Peppino De Filippo e Franca Valeri – che si aggiudicò una candidatura al nastro d’argento quale migliore attrice non protagonista –. La commedia di Bolognini, sceneggiata da Leonardo Benvenuti e Piero De Bernardi, affronta con un’ironia di fondo l’Italia alle prese con l’entrata in vigore, appena un anno prima dell’uscita del film, della Legge Merlin (approvata il 20 febbraio 1958, N.d.A.) e dei pregiudizi legati a tutto ciò che sino a poco tempo prima aveva a che fare con la realtà delle case chiuse.

Le mosse prendono il via nella Roma dell’immediato dopoguerra; qui l’omicidio di una pittrice in un palazzo del centro comporta la disponibilità di un appartamento che viene dato in coabitazione a due famiglie: quella di Peppino Armentano (Peppino De Filippo) di professione podologo (o callista, come lui si definisce) composta da suo padre, sua moglie, due figlie, due figli e suo nonno Illuminato (Totò), e una composta da una coppia di esuli istriani, il nonno e un figlio (ma nel corso degli anni la coppia ne avrà altri sette, N.d.A.). Passano gli anni, si giunge al 1958 e, davanti ad un alloggio divenuto troppo piccolo per entrambe le famiglie, Peppino, messo alle strette dalla moglie, decide di andare alla ricerca di una casa dove poter vivere in serenità. L’occasione sembra capitargli quando incontra il trafficone Pino Calamai (Vittorio Caprioli) che gli offre, per diecimila Lire al mese, un alloggio di due piani situato nel cuore della vecchia Roma. Ma Peppino, giunto all’appuntamento e scoperto che l’abitazione è l’ex casa di tolleranza della Sora Gina in via della Fontanella, rifiuta l’offerta e va via scandalizzato.

Ma dopo aver perso i soldi della caparra – scommettendo su proposta di Calamai sull’esito del conclave – che la moglie gli aveva affidato per “bloccare” un piccolo appartamento in costruzione, Peppino decide a malincuore di affittare l’ex casa chiusa senza svelarne alla moglie la passata destinazione d’uso. Ben presto il “segreto” comincia a sgretolarsi: prima è uno dei figli a scoprire il passato dell’abitazione, poi anche il nonno Illuminato si ricorda di aver già frequentato in passato quella casa, infine è la moglie a scoprire la realtà che provoca in lei una reazione furiosa che la conduce prima a chiudere tutte le finestre dell’abitazione e poi a decidere di andarsene. Dopo un attimo di confusione, Peppino da un ultimatum alla famiglia; le figlie restano con lui, mentre la moglie decide di andarsene ma quando sull’uscio si confronta con i commilitoni del figlio convinti non solo che l’ex casino abbia riaperto, ma anche che le figlie della donna siano delle prostitute, l’istinto materno la porta a cacciarli via e a ribadire che lì non c’è più il bordello della Sora Gina, ma ora ci vivono persone per bene.

Il film si chiude con la simbolica riapertura delle imposte della casa da parte dei componenti della famiglia e con nonno Illuminato che, affacciatosi dalla finestra sulla via principale, grida ai militari la frase: “E lo volete un consiglio, militari e civili? Piantatela con questa nostalgia! Oltre che incivile, è inutile! Ormai li hanno chiusi! A voi italiani è rimasto questo chiodo, fisso qui. Toglietevelo! Quelle case ormai le hanno chiuse! Perciò Arrangiatevi!

Girato in larga parte nel cuore di Roma, in Via del Corso, Piazza del Popolo, Via della Conciliazione e Via della Fontanella, il regista Bolognini affermò in seguito che le scene ambientate all’interno dell’abitazione “proibita” vennero effettivamente girate in una ex casa chiusa situata proprio in Via della Fontanella. Come detto la pellicola affronta con un certo grado di ironia sia il pregiudizio legato agli ex bordelli che la Legge Merlin del 1958 aveva mandato in pensione, che il “chiodo fisso” – per riprendere un termine utilizzato da Totò nella scena conclusiva – di molti italiani per le case di tolleranza dalle quali paiono non volersi distaccare. Incentrato sui toni della commedia, il film di Bolognini invita, nelle scene finali, gli italiani a mettere da parte non solo i pregiudizi, ma anche a prendere atto della fine di un’epoca, quella per l’appunto delle case chiuse. E la scena conclusiva, con la riapertura delle imposte da parte della famiglia di Peppino, è simbolicamente da considerarsi come la volontà di aria pulita che spazzi via non solo il passato di quelle quattro mura, ma anche quel bigottismo morale che per tutto il film aveva stigmatizzato quell’abitazione e i suoi inquilini.

Arrangiatevi (1959); Regia: Mauro Bolognini; cast:

  • Peppino De Filippo

  • Totò

  • Laura Adani

  • Cristina Gajoni

  • Cathia Caro

  • Marcello Paolini

  • Enrico Olivieri

  • Vittorio Caprioli

  • Franca Valeri

  • Achille Majeroni

  • Luigi De Filippo

  • Giuliano Gemma

  • Mimmo Poli

Giovanni Fenu