Accattone (1961)

Girato nel 1961, incluso tra i 100 film italiani da salvare, Accattone segna il debutto alla regia dello scrittore Pier Paolo Pasolini che con questa pellicola effettua la trasposizione cinematografica delle sue precedenti opere, su tutte Ragazzi di vita (1955) e Una vita violenta (1959), inseguendo una sua idea di narrazione epica e tragica. Protagonista del film è Vittorio Cataldi (Franco Citti) soprannominato “Accattone”, vero e proprio ragazzo di vita, esponente del sottoproletariato romano il cui obiettivo è quello di “tirare a campare” giorno per giorno. Disoccupato, ai margini della società, Cataldi si fa mantenere da una prostituta, Maddalena (Silvana Corsini), che egli stesso ha “sottratta” a un suo sfruttatore ora finito in carcere. Tale situazione dura sino a quando, per evitare la vendetta dei compari dell’uomo, Accattone incolpa Maddalena e l’abbandona, con la donna che subisce la violenta vendetta degli scagnozzi dell’ex sfruttatore, finendo anche in carcere, senza denunciarli.

Rimasto così privo della sua fonte di sostentamento, Accattone comincia ad affrontare la fame fino al momento in cui non conosce Stella (Franca Pasut), una ragazza ingenua che induce a prostituirsi salvo accorgersi ben presto di essersene innamorato. Scoperti i suoi sentimenti per la giovane, Accattone la toglie dalla strada, cercandosi un lavoro onesto; tuttavia la via della “redenzione” e del riscatto è ardua al punto che ben presto l’uomo tornerà a rubare e vivere di espedienti. Imbattutosi nella polizia dopo un piccolo furto, Accattone fugge su una motocicletta ma cade e poco dopo muore; è per il protagonista un momento catartico, il compimento di un destino che pare pesare su di lui sin dall’inizio, tanto che quel “mò sto bene” sussurrato in punto di morte e sul quale si chiude il film, sembra confermare ciò, nonché l’avvenuta espiazione di una vita vissuta sul filo di lana e dell’illegalità.

In Accattone ritroviamo dunque quelle tematiche affrontate da Pasolini nei già citati “Ragazzi di vita” e “Una vita violenta”: il film porta infatti sul grande schermo un affresco di quell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta dove, agli splendori del boom economico, fa da contraltare, quale altra faccia della medaglia, un folto sottoproletariato urbano costituito da derelitti, giovani sbandati, che popola le grandi periferie urbane delle maggiori città italiane. Un sottoproletariato i cui componenti, fedelmente all’interpretazione “pasoliniana”, non hanno alcuna possibilità di riscatto e miglioramento della propria condizione e ai quali non resta, come unica via di uscita da tale disperata condizione, che la morte.

Protagonista – insieme ad Accattone – ecco quindi assurgere la borgata romana, con le sue baracche, i palazzoni, i suoi umili abitanti e le mille ombre che sin da allora la caratterizzavano. Co-protagonisti della vicenda divengono così i quartieri popolari del quadrante est: Pigneto, borgata Gordiani, Centocelle, e ancora la via Casilina, via Portuense, via Appia Antica, via Tiburtina. Uno sfondo che restituisce allo spettatore tutta la cruda realtà del vivere quotidiano delle classi più povere, degli sbandati e dei dimenticati, della quale Pasolini vuole sia impregnato il film per rendere al meglio la scena e l’intera vicenda. E, come già avvenuto nella stesura dei suoi libri – si pensi in particolar modo al caso di Ragazzi di vita – il regista friulano pesca in larga parte il proprio cast tra persone comuni, attori non professionisti poiché, a suo dire, gli ultimi, i derelitti che costituiscono il sottoproletariato urbano non possono che essere interpretati da loro stessi in quanto la loro “purezza” e naturalezza, derivante dall’assenza di sovrastrutture imposte dalla società, li rende “non rappresentabili” da qualsiasi altro attore professionista.

Come sempre fu l’intera produzione di Pasolini, anche Accattone suscitò aspre critiche al regista, con la prima dell’opera – al cinema “Barberini” di Roma – che venne interrotta in seguito all’intervento di un gruppo di neofascisti che cercò di bloccarne la proiezione. Mentre sin dal 1961 la censura colpì duramente la pellicola, con il sottosegretario al Ministero del Turismo e dello Spettacolo Renzo Helfer che ordinò il ritiro del film da tutte le sale.

Accattone (1961), Regia: Pier Paolo Pasolini, cast:

  • Franco Citti

  • Franca Pasut

  • Silvana Corsini

  • Adriana Asti

  • Luciano Conti

  • Giuseppe Ristagno

  • Mario Cipriani

  • Piero Morgia

  • Roberto Scaringella

  • Adele Cambria

  • Nino Russo

  • Polidor

  • Sergio Citti

  • Elsa Morante

Giovanni Fenu